EDITORIALE
Raccontare la sostenibilità ai tempi della pandemia: storie di informazione e comunicazione ambientale nell’epoca del Covid
L’informazione ambientale è uno degli argomenti diventati “mainstream” negli ultimi anni, ma sappiamo bene che le sole parole non bastano perchè rischiano di tramutarsi in ciò che Greta Thunberg ha giustamente definito “bla bla bla”.
Ciò che è certo, però, è che una corretta comunicazione ambientale è un elemento essenziale perché serve ad aumentare la consapevolezza sull’importanza dei cambiamenti climatici, la più grande emergenza mondiale per la quale non si intravedono vaccini né vere task force che agiscano senza indugio ora e subito. L’informazione green è poi molto importante per permettere alle persone di capire la differenza tra ciò che è davvero sostenibile e ciò che è solamente greenwashing. Serve poi alle aziende impegnate nella transizione ecologica per smarcarsi da chi ancora non ha iniziato questo percorso.
Nel mio piccolo, anche io cerco da sempre di fare corretta (in)formazione ambientale ed ho proseguito questa attività anche nell’era del Covid sebbene l’azione da percorrere abbia dovuto prendere una strada decisamente più digitale.
Quando scattarono le restrizioni, come tutti, ho dovuto capire cosa fare e come farlo, in che modo coinvolgere gli utenti, il tutto secondo le nuove regole ed i ritmi imposti dalla lotta alla pandemia.
L’ambiente non si ferma
La gravità della pandemia non mi è stata evidente fino a quando, a causa dell’aumento esponenziale di morti e contagiati, tutta l’Italia ha dovuto vivere l’esperienza del lockdown. Sebbene “Covid-19” fosse esploso tra i twitter trend (il mio termometro di popolarità) nel gennaio 2020, nonostante ci fossero le zone rosse nel nord, passai febbraio a lavorare per il Festival del Giornalismo Ambientale che, secondo il programma, avrebbe dovuto svolgersi nel mese di Marzo al MAXXI di Roma. Purtroppo l’evento venne annullato a seguito dell’entrata in vigore delle prime misure anticovid, ma tanta era stata l’attenzione sugli argomenti da trattare che si decise di trasmettere in streaming – il 7 marzo – uno dei panel più importanti del Festival: l’appuntamento tra i direttori delle testate e il Ministero dell’ambiente. Fu il primo evento – tra quelli che mi vedevano impegnata – che venne “trasferito” online con un notevole successo di pubblico visto che furono ben 50 mila gli spettatori registrati. Durante quel mese di marzo il lavoro di tutti coloro che potevano continuare la propria attività usando un computer e una connessione internet si trasferì nel mondo online. Da allora convegni e docenze hanno trovato spazio su social, software di web conference e video chiamate e tra di essi si annoverano anche quelle di testate ambientali, appuntamenti di aziende della green economy o docenze legate all’educazione ambientale.
Dall’ufficio all’ecosmart working
Lo smart working è da sempre un elemento insostituibile del mio stile di vita e, scattato il lockdown, tra le prime cose che mi venne in mente ci fu quella di fornire consigli a chi, per la prima volta, avrebbe dovuto trasformare un angolo di casa nel proprio ufficio. I consigli, pubblicati in primis sul mio blog e ripresi poi anche da agenzie di stampa nazionali, furono talmente apprezzati che divennero interviste e dirette streaming.
Nel frattempo, però, cominciai a rendermi conto che una condizione che, all’inizio, sembrava dover durare due settimane si sarebbe prolungata per un mese o forse più.
Passai quindi a spiegare come organizzare la sostenibilità anche nell’ufficio in casa: realizzai così una serie di consigli su come realizzare un ecosmartworking e sulla consapevolezza dei cosiddetti rifiuti invisibili legati al mondo del digitale prodotti dall’utilizzo oltre misura di cloud, mail e newsletter. Questo impegno, peraltro, mi è valso il premio SERR (Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti) 2020 “categoria cittadini”!
Le campagne istituzionali online
A cambiare modalità di diffusione sono state anche le campagne di sensibilizzazione legate alla sostenibilità ambientale di associazioni, enti pubblici e aziende. Solitamente accompagnate da hashtag di riferimento, hanno così preso il via sfide con foto, post testuali o video per raccontare best practice relative al risparmio idrico, alla riduzione dei rifiuti e alla sostenibilità del pianeta. Tra le diverse iniziative, alcune hanno avuto a che fare proprio con l’aumento di alcune tipologie di rifiuti correlati al Covid-19 come, ad esempio, le mascherine monouso, oramai abbandonate ovunque.
Dopo quasi due anni di Covid-19 abbiamo oggi una pandemia che vediamo più distante che ci consente di tornare dal vivo ma al contempo godiamo di nuovi strumenti di comunicazione acquisiti. Di tutto questo e di tanto altro parleremo al XMASCAMP21.
Le 3 parole chiave:
EcoSostenibile: perché altrimenti non c’è futuro
Digitale: perché la connessione accorcia le distanze
CHI È LETIZIA PALMISANO
Letizia Palmisano è giornalista ambientale ed ecoblogger.
Collabora con molte aziende della green economy come ufficio stampa 2.0. Fa parte del comitato promotore del Green Drop Award alla Mostra del Cinema di Venezia.
Vincitrice ai Macchianera internet awards 2018 del premio speciale come influencer dell’economia circolare.
Per l’azione “Digital Clean Up: rendi sostenibile il tuo smartworking” ha ricevuto il premio SERR 2020.
Con Matteo Nardi ha scritto per città Nuova “10 idee per salvare il Pianeta prima che sparisca il cioccolato”.
Cura un blog www.letiziapalmisano.it ed è molto attiva sui principali social.