ASSUNTA CORBO: “Empatia digitale”

Editoriale

È tempo di rivalutare l’ottimismo

 

I tempi che stiamo vivendo ci stanno offrendo una grande opportunità: quella di rivalutare completamente il valore dell’ottimismo. Un processo profondo e importante che conduce al cambio totale di punto di vista. È arrivato il tempo, infatti, di volgere lo sguardo verso il futuro consapevoli di chi siamo e di chi vogliamo essere. In gioco ci sono i nostri valori personali, quelli che ci aiutano a comunicare in modo autentico e che ci riportano alla nostra essenza: quella di esseri umani.
L’ottimismo è stato da sempre considerato in modo semplicistico. Una sorta di invito a indossare gli occhiali rosa e cercare il bello ovunque. Ma è davvero così? Possiamo davvero ridurre il concetto di ottimismo a una semplice visione positiva della realtà?
L’economista Paul Romer fa una distinzione molto interessante tra ottimismo compiaciuto, quello che prova un bambino che aspetta i doni di Natale, e l’ottimismo condizionato, il sentimento che prova lo stesso bambino quando desidera una casa sull’albero e realizza che se recupera del legno e delle corde può convincere gli altri bambini ad aiutarlo nella costruzione.
Trovo questa distinzione illuminante perché rivaluta il concetto di ottimismo troppo spesso accusato di offrire una visione distorta della realtà. Se l’ottimismo compiaciuto è ingenuo, quello condizionato è una spinta all’azione, all’intraprendenza e alla ricerca della soluzione.
Questo processo di riflessione, a mio avviso, ci spinge a volgere lo sguardo altrove e allenare la prospettiva. Abitudine che personalmente ho imparato grazie alla gratitudine.

«Nelle arti visive, la prospettiva è la capacità di vedere cose diverse nelle loro autentiche relazioni spaziali: ciò che è lontano appare distante e più piccolo, ciò che è vicino appare prossimo e più grande.

Per gli artisti imparare a rendere la prospettiva su tela è stato sorprendentemente difficile e ciò fa pensare che la manovra possa essere altrettanto complessa in altri ambiti della vita», sono parole di Alain De Botton, autore di “News, Istruzioni per l’uso”.

Il senso della prospettiva significa attivare l’abitudine a contestualizzare, ridimensionare e comprendere meglio un fatto.

Significa anche volgere lo sguardo altrove per riuscire a trovare nuovi sentieri da percorrere.

E cosa c’è di più utile del tentativo di cercare la costruzione?

Ottimismo condizionato e gratitudine sono due degli elementi più potenti per abbracciare l’empatia digitale in questo mondo che va veloce e che, dopo la pandemia, ci ha imposto l’utilizzo degli strumenti digitali.

Al di là di ogni schermo c’è una persona e questo non dobbiamo dimenticarlo.

Dove l’ottimismo costruttivo ci aiuta a creare gruppi di lavoro che si muovono sul filo della visione concreta di un progetto, la gratitudine ci permette di rendere più forti queste relazioni.

Il risultato si traduce nell’opportunità di fare diversamente con risultati che portano verso nuovi orizzonti.

Possiamo restare umani solo costruendo ponti tra le persone, perché sono sempre le relazioni a renderci migliori.

Di questo possiamo esserne certi.

 

Le tre parole chiave

Vulnerabilità : ci siamo scoperti più vulnerabili, più spaventati e più bisognosi di essere ascoltati e compresi

Cambiamento: nulla sarà più come prima. Questo periodo storico ci lascia una grande eredità anche in merito a come svolgeremo il nostro lavoro nel prossimo futuro

Complessità: il mondo è complesso e lo sarà sempre di più. Si è svelato così durante la pandemia e noi lo abbiamo compreso. Ecco perché serve una migliore comunicazione e una migliore informazione per aiutare le persone a comprendere.

CHI È ASSUNTA CORBO

Giornalista | Autrice di Empatia Digitale | Fondatrice Constructive Network |

Autrice di Dire, Fare…Ringraziare | LEDE Fellow per Solutions Journalism Network

assuntacorbo.com

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