ANTONIA COLASANTE: “Lavoro col tostapane”

EDITORIALE
LAVORO CON IL TOSTAPANE
Il mondo della formazione è stato obbligato dall’emergenza sanitaria, a muoversi verso l’erogazione di corsi online.
Spesso si è trattato di una prima all’opera: enti e docenti non erano preparati ad affrontare questo passaggio verso la didattica a distanza.
Nel panico di non sapere dove mettere le mani, il primo appiglio è stato rivolgersi all’acquisto di tecnologia.
La seconda via per adattarsi alla situazione è stata ribaltare i corsi pensati per essere de visu, con il medesimo schema, al contesto remoto.
Il thriller andato in onda più spesso è sicuramente stato: “La prof apre il libro e legge”.
Ma proviamo a fare un passo indietro e a ricordare, a tutti noi, che formazione non coincide con “distribuzione” di contenuti
ma con qualcosa che accade, l’apprendimento è un fenomeno attivo in cui il partecipante è il protagonista.
E questo principio dovremmo applicarlo sempre, ma con maggiore attenzione nei contesti di formazione a distanza.
Il valore dell’e-learning risiede, infatti, nella riprogettazione di un intervento formativo che tenga conto della rinnovata dinamica relazionale,
supportando le interazioni, favorendo il confronto e il lavoro collaborativo online.
Da questa riflessione iniziamo a ricostruire anche la figura del formatore come facilitatore del processo di apprendimento
e recuperiamo il senso pieno della Facilitazione che rimanda alla narrazione profonda, ad un processo trasformativo di sé stessi.
Il ruolo intrinsecamente psicologico di facilitare chi affronta la narrazione di sé e del proprio percorso prevede uno sforzo da percorrere,
da parte di tutti gli attori in gioco: docenti e allievi.
La formazione a distanza non può lasciarsi sfuggire questa sfida in un contesto generale in cui la diffusione dello smart working

e il numero dei partecipanti ai percorsi diventa potenzialmente più ampio.
Si tratta di affrontare il cambiamento e non è facile, c’è un costo ma sempre meno oneroso del percorrere il sentiero dell’”abbiamo sempre fatto così”.

“Ci si abitua. Quello che invece nessuno domanda è a costo di cosa, ci si abitua”.

(J. Saramago)

Le 3 Parole chiave

FRANCOBOLLO: la pandemia ci ha insegnato a ripensare il termine distanza, ho sentito abbracci distanti km, il calore delle persone a cui tieni può essere percepibile anche senza toccarsi, connessi solo guardando un’immagine grande quanto un francobollo su uno schermo: si chiama Empatia Digitale.
VETRO: durante il lockdown il mio tempo veniva scandito dal rumore di chi gettava bottiglie nell’apposita campana nella via sotto casa. Il senso del tempo, la sua dilatazione durante il lockdown, è qualcosa su cui possiamo tutti riflettere per ricostruire ritmi più consoni al nostro modo di vivere.
CRICETO: Sicuramente tutti siamo scesi dalla ruota in cui eravamo impegnati costantemente a pedalare. Il senso profondo di cambiamento nelle vite delle persone mi ha permesso di incontrare, in percorsi di Story Coaching, molti manager e professionisti desiderosi di un percorso per “stravolgere” la traiettoria rigida in cui erano  stati intrappolati.
CHI È ANTONIA COLASANTE
Consulente, mentor, facilitatrice e formatrice.
Psicologa, psicoterapeuta e facilitatrice certificata LEGO© SERIOUS PLAY®
Brand Storyteller, ho un’esperienza di quasi 20 anni nella progettazione e gestione di progetti complessi.

Leave a Comment