Stefano Lazzari

Stefano Lazzari è Content curator & blogger, freethinker

“È ora che la tecnologia si rifletta nella cultura e non viceversa”. Questo pensiero sintetizza venti anni di lavoro nel digitale, dall’editoria al marketing al social media management, di Stefano Lazzari, che dal 2006 ha un avatar nel Metaverso: Stex Auer, il suo gemello digitale.
Nel 2016, con Fabrizio Bellavista, Antonio Cirella e Danilo Premoli, ha fondato Digital Guys, network di professionisti che si occupa di etica, cultura e design digitale, modi virtuali e social media. Dal 2003 è content curator per MGM Digital Communication diventata dal 2020 Meet Digital Culture Center – Fondazione Cariplo dove collabora alla realizzazione di contenuti ed eventi sulla cultura digitale e la realtà virtuale”.

On line:
www.digitalguys.it (network)
www.meetcenter.it (Centro di cultura digitale dove collaboro come consulente )
https://Stexauer.medium.com (sito personale)
www.facebook.com/stex.auer
https://www.linkedin.com/in/stexauer/
libri pubblicati sull’argomento
Ultrasoma: Corpi, ultracorpi, robot e organizzazioni del III millennio, Streetlib 2020
Ibs: https://bit.ly/3cVnqnn
Amazon: https://amzn.to/3T8nWQs

 

Le tre parole che identificano secondo te il tema delle “memorie digitali”: IDENTITA’, CORPO, AVAKINDNESS

 

Dichiariazione:

“Questa ibridazione tra Intelligenze Artificiali e naturali, tra cibernetico e biologico, non ha uno storico a cui
rifarsi: è certo invece che tutto ciò ci porta a riconsiderare completamente la nostra integrità e unicità.
Dunque memoria, identità, senso di appartenenza e ruoli, in quali corpi saranno ancora rintracciabili?”

“La memoria gioca un ruolo fondamentale nell’esperienza. Si, può esistere una esperienza unica memorabile
che rimane impressa indelebilmente, ma mai come il sedimentarsi dei riti del quotidiano che si ripete, o
l'incedere delle stagioni, del tempo che scorre, oblomovianamente.
Dapprima non sembra che il quotidiano lasci memoria, ma col passare del tempo la traccia labile diventa
solco. Chi ha raggiunto una certa maturità lo comprende bene.
Tra l’altro la memoria della maturità non è necessariamente anagrafica, non dipende dall'età della persona,
ma dalla durata dell’esperienza e della frequentazione quotidiana con la pratica che la genera. Sedici anni
da avatar sono per me una esperienza altrettanto lunga che una vita.
Da questa viene la nostalgia (non c’è residente che non ne abbia) e le mille sfumature che ne derivano, che
fra le memorie è la più potente, la più memorabile”.

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