Daniele Chieffi

Giornalista, saggista e docente universitario. Ha co-fondato e gestisce BiWise, boutique di reputation management ed è il Ceo di The Magician, atelier di comunicazione in contesti polarizzati e di crisi. È stato Direttore della Comunicazione e PR del Dipartimento per l’Innovazione e la Digitalizzazione della Presidenza del Consiglio dal 2019 al 2021. Ha fondato e gestito la Factory dell’Agi, agenzia di Stampa del Gruppo Eni, il primo Brand Journalism Lab italiano. Ha guidato l’ufficio stampa Web, il social media management e il reputation monitoring di Eni. Direttore di Neo, la prima collana di saggistica crossmediale, edita da Franco Angeli, che racconta l’innovazione digitale. Insegna presso l’Università Cattolica di Milano, l’Ateneo Salesiano, il Cuoa di Vicenza e la Business School del Sole 24 Ore. Cura un blog sui temi della comunicazione, www.Danielechieffi.it.

Fa parte del Comitato Scientifico del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Tor Vergata di Roma. Giornalista a Repubblica per oltre dieci anni. Partecipa alla nascita di Kataweb e dirige la start up di Vivacity.it, catena di portali locali nata su progetto comune Gruppo Espresso Gruppo UniCredit. 35 portali dedicati ad altrettante città più un portale nazionale. Fonda e gestisce le relazioni del Gruppo UniCredit con i media on line.

Ha scritto i saggi “La reputazione ai tempi dell’Infosfera” per Franco Angeli nel 2020, “Online Media relations” e “Social Media Relations” per il Sole24Ore Editore, “Online crisis management” per Apogeo, “WWW, Working on Web” sempre per Franco Angeli, “New media & Digital football”, per L&V editore, con il quale ha vinto il Premio Nazionale Letteratura del Calcio “Antonio Ghirelli” nel 2018. Ha inoltre curato il volume “Comunicare digitale” per le edizioni del Centro di Documentazione giornalistica.

Nel 2016 il team digital dell’Eni, da lui guidato, vince il premio Assorel per la categoria “Comunicazione crisis management” con “Eni e Report: il crisis managent corre sul second screen”, per il quale ottiene anche una menzione d’onore della Giuria. Sempre nel 2016, l’ufficio comunicazione dell’Eni, del quale guida la divisione digital, si aggiudica il premio LiFonti come miglior PR Team dell’anno.

Le tre parole che identificano il tema delle “memorie digitali”: Identità, Persistenza,Tracce

Cos’è il metaverso?
Secondo Meta è un mondo virtuale con conseguenze reali. Affermazione
importante se ne analizziamo le conseguenze. Concettualmente il metaverso è un ecosistema
immersivo, nel quale incarniamo una identità (avatar), in grado di interagire con gli altri e con
l’ambiente virtuale. Questo significa che nel metaverso abbiamo (avremo) una vita, affetti,
relazioni, compiremo azioni, comunicheremo e, in sostanza, costruiremo una storia della nostra
esistenza virtuale. Questo significa che in questo ecosistema avremo una nostra identità, certo,
ma anche una nostra reputazione che per definizione, è storicizzata. La domanda è: la nostra
reputazione ci sopravvive? E con essa sopravvivono le tracce della nostra esistenza virtuale?
Il concetto è tutt’altro che immediato perché entrano in gioco elementi che non sono per nulla né
certi né tantomeno indagati. Innanzitutto cosa significhi reputazione nel metaverso. Come
sappiamo la reputazione è una costruzione sociale ed è la narrazione, il giudizio valoriale di un
contesto riguardo un soggetto. Valutazione che si basa su presupposti e scale valoriali intrinseche
al contesto sociale stesso. Ma quali saranno le scale valoriali del metaverso? Un comportamento
positivo nel “reale” lo sarà anche nel metaverso e viceversa? Quel che faremo nel metaverso
lascerà tracce? Di conseguenza cos’è la memoria nel metaverso? Qualcosa di simile ai profili
Facebook che sopravvivono al titolare e ne raccontano la storia? Improbabile perché il metaverso
di per sé è un ecosistema attivo, dove esisti se agisci e interagisci. Allora la memoria è personale?
Nel senso che gli altri avatar “ricordano”? Ma le persone che incarnano gli avatar chi ricorderanno,
la persona o il suo avatar? Di conseguenza l’identità che rimane è quella reale o quella virtuale?
Per ora il Metaverso più che un ecosistema è una lunga serie di domande, una su tutte: chi saremo
nel metaverso?

Dichiarazione:
Il metaverso è più di una piattaforma tecnologica, è una dimensione sociale completamente
nuova, nella quale assumeremo identità diverse, faremo cose diverse e queste verranno valutate diversamente dai nostri simili. Vivremo una vita diversa e le regole sociali saranno diverse.
Vivremo e moriremo in modo diverso. Il vero interrogativo sarà come la nostra identità “reale” si collegherà a quella del metaverso, come interagirà con esso. Io credo che alla fine ne risulterà una nuova, risultato dell’osmosi fra queste due ma che non sarà la loro semplice somma algebrica
bensì qualcosa di diverso.

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